Guerre per l'acqua in pianura Padana
Il bacino del Po non è mai stato così asciutto. Presto in Italia per 3,5 milioni di persone non sarà più scontato avere l'acqua nei rubinetti, anche se il consumo umano ha priorità su tutto. L'agricoltura è il settore in cui sono previsti i conflitti più aspri
di Francesco Sandri, giornalista
Secondo il Pacific Institute di Oakland (California), negli ultimi 20 anni nel mondo sono scoppiati 514 conflitti per l’uso dell’acqua, la maggior parte causati da carenza idrica e restrizioni nel consumo di questa risorsa. Fino ad ora, l’Italia non ne è stata interessata, ma con i fiumi in magra, i campi asciutti e un cielo quasi sempre terso, non possiamo essere sicuri che manterrà a lungo questa tendenza. Anzi, “l’insorgere di conflitti è molto probabile”, afferma il direttore di Arpa Piemonte, Secondo Barbero. Cade poca pioggia, ma il nostro continua a essere il Paese europeo con i maggiori prelievi d’acqua pro-capite. La usiamo per bere, lavare, irrigare, produrre e raffreddare. Nelle situazioni di scarsità idrica, il consumo umano ha la priorità. L’agricoltura è al secondo posto, ma essendo il settore che richiede più acqua sarà anche quello per cui ci saranno i conflitti più numerosi e aspri. “È uno scenario che prospettano tutti”, continua Barbero. Si prevede un’estate ancora più secca dell’anno scorso e la magra del fiume Po determinerà tensioni economiche e sociali.
Meno precipitazioni e temperature più alte
Il bacino idrografico del Po è un’area di fondamentale importanza a livello nazionale. Qui si concentra quasi un terzo della popolazione italiana, il 40 per cento del Pil, più di un terzo delle produzioni agricole e industriali e più della metà di quelle zootecniche e idroelettriche. È anche l’area più colpita dalla recente siccità. Il periodo secco è iniziato alla fine del 2021 e continua anche oggi, aggravato da più di un anno di scompensi idrici. Le portate dei fiumi sono ai minimi storici, come i livelli delle falde e la durata del manto nevoso sulle Alpi. Le cause vanno individuate nell’eccezionale deficit delle precipitazioni e nella maggiore evaporazione dell’acqua dovuta all’aumento delle temperature medie. Entrambi i fenomeni sono legati alle emissioni di gas serra e al cambiamento climatico. Questo significa che, probabilmente, nei prossimi decenni gli eventi siccitosi diventeranno più frequenti, intensi e duraturi.
RUBINETTI A SECCO
